dal 17/12/2011 al 1/4/2012
Arriva in Italia la mostra
“Fotografia del Giappone (1860-1910). I capolavori”
L’esposizione, in programma dal 17 dicembre 2011 al 1° aprile 2012, all’Istituto Veneto di Scienze Lettere ed Arti -‐ Palazzo Franchetti di Venezia (Ponte dell’Accademia), propone oltre 150 fotografie (prevalentemente stampe all’albumina, acquerellate a mano) dei maggiori interpreti della seconda metà dell’Ottocento, provenienti da una collezione privata considerata la più grande raccolta del genere esistente al mondo, superiore anche a quella conservata all’Università di Nagasaki.
http://www.fotografi....it/mostra.html
una cosa particolare da segnalare delle foto in mostra è questa:
LA COLORITURA
Il tratto più evidente delle fotografie all’albumina del Giappone è la coloritura delle carte. L’idea fu importata a Yokohama nel 1863 dal fotografo corfiota Felice Beato che trovò così un modo eccellente d’impiegare un gran numero di artisti giapponesi che si erano dedicati in passato alla pittura, alle stampe xilografiche policrome e alla coloritura dei tessuti (katagami). Si trattava di manodopera altamente specializzata che il processo di modernizzazione in atto privava delle tradizionali commesse e che il surplus di profitto, realizzato con la vendita delle fotografie agli occidentali, permetteva agli impresari di assoldare senza grandi problemi. Analogamente ai materiali fotografici, anche i colori dovevano essere preparati minuziosamente, a partire da pigmenti in polvere, di varia granulazione, di numerose sostanze vegetali, animali e minerali. Seguivano passaggi al mortaio (yagen) e l’addizione di piccole quantità di colla animale (nikawa) e altri leganti.